Un numero considerevole di alunni presenta problemi di apprendimento che incidono in modo rilevante nel rendimento nelle varie discipline, causando spesso dispersione scolastica e significativo disagio psicologico.
Quindi, uno studente su cinque sembra incontrare difficoltà scolastiche, per le quali può essere necessario intraprendere percorsi di approfondimento e attivare di interventi personalizzati. Si tende però a generalizzare in modo eccessivo, per cui difficoltà molto diverse tra loro vengono raggruppate in grandi categorie, dimenticando che, spesso, esse hanno alla base fattori diversi intrecciati tra loro. La chiarezza circa il tipo di problema è fondamentale per intraprendere percorsi di aiuto mirati.
Ogni alunno, ogni alunna ha una propria storia, un proprio modo di rapportarsi con le esperienze e con le proposte; ciascuno/a ha un proprio bagaglio, ma, talvolta, questa valigia di competenza contiene materiali disposti un po’ alla rinfusa, è piena da un lato e vuota dall’altro, lascia intravedere più le mancanze che le possibilità e allora spetta agli adulti di riferimento contribuire a fare un po’ d’ordine, aiutando ogni soggetto a ridurre i vuoti, a scoprire le risorse, a disporre con cura tutto ciò che possiede, per poter intraprendere con la massima serenità possibile quel viaggio complesso e affascinante verso la conquista della conoscenza.
Difficoltà e disturbo?
Distinguere tra “difficoltà” e “disturbo” non è semplice, ma può essere utile provare a dare una definizione delle due situazioni.
Per “difficoltà” s’intende una prestazione, da parte degli alunni e delle alunne, inferiore ai livelli attesi per età o per scolarità.
Per “disturbo” s’intende una condizione che si stabilisce attraverso un percorso clinico, che documenti la presenza di un deficit e che, quindi, offra un chiarimento scientifico sul tipo di problema presentato. La distinzione non è scontata quando il disturbo è di lieve entità o quando il soggetto non è stato sottoposto a un’osservazione diagnostica di tipo specialistico; inoltre le variabili implicate nell’evoluzione delle capacità degli alunni sono tante (fattori sociali, culturali, economici, pedagogici, didattici…) e si sommano alle caratteristiche individuali, agli stili cognitivi, al ritmo di sviluppo.
Possiamo quindi trovarci di fronte a situazioni marcatamente deficitarie, ma anche a semplici rallentamenti nell’acquisizione di alcune competenze necessarie per l’apprendimento scolastico. tra gli indicatori validi per distinguere il disturbo dalla difficoltà possiamo riconoscere la resistenza al cambiamento e la scarsa automatizzazione.
La resistenza al cambiamento
Gli alunni e le alunne che presentano un disturbo, se sottoposti/e a interventi didattici in ambito scolastico (percorsi di potenziamento e recupero, “allenamento” attraverso attività, schede ecc.), conseguono con fatica dei miglioramenti, mentre gli alunni con difficoltà, attraverso la proposta di stimoli adeguati, hanno una buona evoluzione delle competenze.
La scarsa automatizzazione
Nonostante la proposta costante di esperienze e di esercizi finalizzati alla riduzione delle loro carenze, coloro che presentano un disturbo fanno fatica ad automatizzare, per cui sembra spesso che l’esercizio non abbia avuto alcun esito positivo, mentre chi ha difficoltà, se lavora alacremente, ottiene discreti risultati rispetto ai livelli di partenza.
L’utilità della diagnosi
Una buona diagnosi portata avanti da uno staff clinico offre quella chiarezza che consente di intraprendere, senza inutili e dannose perdite di tempo, i giusti itinerari, ottenendo così risultati soddisfacenti rispetto alle capacità osservate inizialmente.
La collaborazione della famiglia
Scuola e famiglia sono contesti con fina- lità educative diverse e non devono essere confusi, ma la collaborazione, lo scambio, il rispetto reciproco dei ruoli differenti, rendono il “tragitto” da casa a scuola più sereno e meno tortuoso. oltre agli incontri con i gruppi di genitori, sono di fondamentale importanza i colloqui individuali, per scambiarsi conoscenze, per accordarsi sulle finalità da perseguire per giungere insieme a una descrizione non solo delle difficoltà, ma anche delle risorse del bambino.
L’importanza della terapia
Proprio per la loro resistenza al cambiamento e per la difficoltà nei processi di automatizzazione, i soggetti che presentano un disturbo hanno necessità di un buon intervento terapeutico, integrato con consulenza alla scuola e alla famiglia.
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