In questo articolo parleremo dell’importanza di riconoscere il ruolo delle difficoltà linguistiche nell’apprendimento della lettura e della scrittura.
Non è raro che, alla Scuola dell’Infanzia e all’inizio della Scuola Primaria, le/gli insegnanti possano osservare in alcuni alunni e alunne delle difficoltà linguistiche che interferiranno poi nell’acquisizione della lettura e della scrittura.
Vediamo insieme queste difficoltà:
- Inventari fonemici incompleti
Il bambino non possiede la mappa completa dei fonemi contenuti nella propria lingua, per cui compie errori di pronuncia. Varie possono essere le incertezze nella pronuncia e, chiaramente, conducono il bambino a successivi errori nell’ortografia della parola, poiché la sua auto-dettatura non è corretta. È quindi evidente la forte correlazione tra sviluppo fonologico e apprendimento della letto-scrittura, visto che la nostra lingua segue un sistema di tipo alfabetico: se il bambino si trova ad affrontare la scrittura prima di aver raggiunto una corretta produzione verbale, incorre in errori che assomigliano alla sua produzione orale.
- Semplificazione della parola
In questo caso il bambino contrae le parole, soprattutto quelle più complesse, omettendo alcuni fonemi. Prevalentemente si tratta di omissioni di fonemi intermedi, per cui viene pronunciata la parola con il raddoppiamento di una consonante. Durante l’auto-dettatura, non possedendo un’impronta linguistica corretta della parola, il bambino scriverà compiendo lo stesso errore che caratterizza la propria pronuncia.
- Difficoltà metafonologiche
Le abilità metafonologiche riguardano la capacità di “manipolare” i fonemi contenuti nelle parole, di individuarne cioè la sequenza corretta e di saper “giocare” con essi in modo fluido, per riordinare, scomporre, ricomporre, costruire altre parole. Fin dalla scuola dell’infanzia sono utili tutte quelle attività-gioco che sollecitano la conquista di queste competenze, poiché, in loro assenza, il bambino ha difficoltà nel passaggio alla scrittura ed esegue con fatica la corrispondenza tra fonema e grafema. Gli errori più frequenti nella scrittura riguardano l’omissione e l’inversione di grafemi.
Difficoltà morfo-sintattiche
Quando i bambini si esprimono oralmente compiendo errori morfo-sintattici, è evidente che anche la loro produzione scritta presenterà le stesse caratteristiche. Queste difficoltà si evidenziano di fronte alla richiesta di costruire frasi o di elaborare un testo scritto. Anche rispetto alla dettatura di frasi intere possiamo osservare che il bambino scrive correttamente la prima parte, ma fa fatica a tenere in memoria il resto, poiché la struttura della frase, non ancora sufficientemente interiorizzata, non consente la traduzione corretta nel codice scritto. Alcuni bambini giungono alla scuola primaria senza padroneggiare le strutture sintattiche più complesse, per esempio non utilizzano la forma passiva del verbo, non sono ancora capaci di costruire frasi con le congiunzioni “mentre”, “invece”, “tranne” ecc. Ecco che questo interferisce anche sulla comprensione di alcune consegne di tipo logico-linguistico, oltre che sulla costruzione scritta della frase.
- Difficoltà narrative
Alcuni bambini, pur non presentando le incertezze sopra descritte, hanno difficoltà a elaborare oralmente i contenuti. Essi fanno fatica a costruire il discorso, a comunicare verbalmente le proprie esperienze, a descrivere eventi. Con la scuola primaria queste difficoltà si trasferiranno nell’elaborazione scritta, con incertezze nella costruzione del testo, nell’organizzazione logico-sequenziale dei contenuti, con lacune nella struttura sintattica. Queste carenze non interferiscono solo nell’apprendimento scolastico, ma anche nella socializzazione e nello scambio con l’altro.
- Povertà di vocabolario
Un’altra difficoltà facilmente riscontrabile riguarda la carenza nel patrimonio lessicale semantico; alcuni bambini hanno un codice verbale ristretto e questo influisce negativamente sulla comprensione orale e scritta e anche sul processo di decodifica (lettura); infatti una delle risorse più importanti che gli alunni utilizzano per apprendere la tecnica di lettura riguarda l’anticipazione, quella capacità che consente loro di leggere la prima parte della parola e di “indovinarne” il finale. Questo strumento è carente in quei bambini che possiedono un patrimonio ristretto di termini.
- Difficoltà di ascolto
Alcuni bambini hanno difficoltà ad ascoltare, lo fanno per tempi molto brevi, si coinvolgono con fatica in una spiegazione. Il mondo che essi vivono è ricco di stimoli di ogni tipo: video, immagini, suoni… le parole sono meno interessanti. Gli insegnanti devono fare i conti con tutto questo; le spiegazioni solo verbali non sono più sufficienti, occorre integrare con altro, è indispensabile che esse siano arricchite da attività laboratoriali e ludiche, da immagini. Conta però molto il prestigio dell’insegnante, quella modalità di entrare in relazione con i propri alunni che trasmette valore ai temi che si affrontano, quella capacità di comunicare, di coinvolgere, di rendere accessibile il sapere.
- Difficoltà di comprensione verbale
Anche in assenza di un vero e proprio disturbo della comprensione verbale, i bambini possono manifestare difficoltà in questo ambito dovute alle lacune precedentemente descritte. Se sono presenti difficoltà di ascolto, se il bambino ha un patrimonio verbale ristretto, se presenta difficoltà morfo-sintattiche, risulta evidente che anche le sue capacità di comprensione possono essere compromesse, in quanto egli non sarà in grado di capire e intuire vocaboli che non fanno parte del suo target e strutture linguistiche più complesse. Anche in questo caso, però, per poter intervenire in modo efficace, è indispensabile avere chiaro qual è il vero problema, in modo da proporre attività mirate.
Queste difficoltà sono tutte riconoscibili fin dalla Scuola dell’infanzia, attraverso i percorsi di osservazione che le/gli insegnanti regolarmente portano avanti.
Una volta compreso il ruolo delle difficoltà linguistiche nell’apprendimento della lettura e della scrittura, è importante attivare il più efficace percorso di aiuto. Talvolta i genitori hanno provveduto ad attivare un percorso diagnostico e di terapia logopedica, ma altre volte le difficoltà sono rimaste senza un nome. Questo allora è il momento di capire di che cosa si tratta, di intervenire, di confrontarsi con gli specialisti, di attivare l’aiuto giusto per evitare che i bambini e le bambine possano sentire sulle loro spalle il peso della loro fatica ad apprendere.
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