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Si torna a scuola

Tutti a scuola: genitori e insegnanti insieme per un buon inizio

Tra pochi giorni di nuovo tutti a scuola! In questo articolo parleremo di cosa possono fare gli adulti di riferimento (genitori e insegnanti in particolare) per rendere più sereno per bambin* e ragazz* l’avvio di questo nuovo anno scolastico.

Tante emozioni diverse si confondono: sollievo, paura, fiducia, preoccupazione, entusiasmo, impegno. Questi stati d’animo così contrastanti riguardano tutti gli attori e le attrici in scena: gli alunni, i genitori e gli insegnanti. Certo è che bambin* e ragazz* sono davvero i più coinvolti e sono coloro che risentono maggiormente delle tensioni e delle ansie degli adulti di riferimento. Essi devono farsi carico di tante cose non facili da affrontare.

  • Il nuovo contesto educativo, all’interno del quale trovare una propria collocazione.
  • Le nuove figure adulte, con le quali devono gradualmente instaurare una relazione di fiducia.
  • I compagni, ciascuno dei quali ha caratteristiche diverse.
  • Le regole di convivenza e di condivisione
  • L’impegno richiesto nel portare avanti le attività.
  • L’organizzazione dei materiali necessari.
  • I timori, primo tra tutti quello di deludere, di non rispondere alle aspettative.

Quasi sempre tutto questo viene affrontato con serenità, ma possono capitare momenti di disagio, talvolta anche consistenti, soprattutto quando le richieste risultano eccessiva sia dal punto di vista emotivo sia dal punto di vista cognitivo in relazione alle risorse personali.

Quali sono le difficoltà più ricorrenti?

Possono verificarsi situazioni di rifiuto della scuola, con anche difficoltà nella frequenza regolare; bambin* e ragazz* si lasciano prendere da forti crisi di ansia al momento dell’ingresso in classe e vivono con angoscia il distacco dai genitori. Tutto questo si definisce “fobia scolare” che, quasi sempre, è legata a insicurezza e a difficoltà nel contesto familiare.

Altre difficoltà possono riguardare il versante dei  comportamenti oppositivi e provocatori, che impediscono di porre attenzione alle proposte dell’insegnante e di procedere nell’apprendimento. Si tratta, talvolta, di alunni con difficoltà di attenzione o che hanno lacune nelle competenze di base.

E poi non dimentichiamo le difficoltà di apprendimento che potranno configurarsi in seguito come veri e propri disturbi. La dislessia, come gli altri Disturbi Specifici di Apprendimento, non si può diagnosticare in prima primaria, ma se ne possono osservare i segnali ed è possibile procedere con percorsi di aiuto “a misura” dei bambini e delle bambine.

Come aiutare i nostri figli a vivere con serenità il nuovo anno scolastico?

  • Conteniamo la nostra ansia ed evitiamo di fare richieste eccessive.
  • Garantiamo le giuste ore di riposo notturno.
  • Diamo spazio all’ascolto, soprattutto la sera, prima di dormire. È questo il momento in cui i bambini hanno più bisogno di parlare.
  • Valorizziamo la scuola e gli insegnanti, evitando critiche, che farebbero perdere fiducia.
  • Se pensiamo ci siano difficoltà, parliamone con le insegnanti, esprimiamo i nostri dubbi e ascoltiamo il loro punto di vista.
  • Concediamo spazio al gioco e alle attività libere, che servono come “ricarica” di energie, ma anche come veicolo di espressione delle emozioni.
  • Raccontiamo ai nostri figli qualche “pezzo” della nostra vita di alunni, perché possano sentire la nostra vicinanza affettiva in quei momenti che sembrano difficili.
  • Favoriamo il più possibile l’incontro con i coetanei al di fuori dell’orario scolastico, perché possano condividere momenti ludici e di svago al di là delle prestazioni di apprendimento.
  • Per i compiti pomeridiani stabiliamo con loro un orario da mantenere, gratifichiamo le prestazioni positive e diamo un valido aiuto quando si presentano difficoltà, ma senza sostituirci a loro.
  • Se notiamo difficoltà nel comportamento e nell’apprendimento, rivolgiamoci all’esperto, che saprà darci le giuste indicazioni.
  • Non facciamo confronti con gli altri compagni e ricordiamoci che, ognuno ha le proprie caratteristiche e apprende con un proprio stile.

A cura di Monica Pratelli

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