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PLUSDOTAZIONE

Plusdotazione: tra scuola e famiglia

Parliamo di un tema molto attuale, quello degli alunni e delle alunne con plusdotazione, riflettendo sul ruolo della scuola e della famiglia.

La nota Miur n. 562 del 3 aprile 2019 aveva dedicato uno spazio agli/alle alunni/e con alto potenziale intellettivo, che possono avere necessità di una personalizzazione dell’insegnamento.

Recentemente è stato approvato dalla Commissione Cultura del Senato il disegno di legge n. 180, interamente dedicato al riconoscimento e al sostegno degli alunni plusdotati e che introduce misure concrete per accompagnare gli studenti e le studentesse con strumenti personalizzati, nuove professionalità e formazione obbligatoria per tutto il personale scolastico.

L’alto funzionamento intellettivo si riferisce a soggetti che hanno un Q.I. superiore a 120. Quando il Q.I. è superiore a 130 possiamo parlare di plusdotazione.

Alunni/e fortunati/e, ci verrebbe da dire, che ottengono il massimo con il minimo sforzo.

Ma se le capacità si trasformano in diversità, essi/e possono sentirsi non accolti, incapaci di vivere serenamente la relazione con i coetanei.

 

Quali sono i segnali e gli indicatori da considerare?

  • La precocità: le tappe di sviluppo si susseguono più rapidamente rispetto ai coetanei e alle coetanee, per cui alcune caratteristiche sono riconoscibili fin dalla Scuola dell’Infanzia.
  • Le peculiarità possono comportare problemi a scuola, a causa della scarsa sincronia con il programma portato avanti dal gruppo.
  • Forte bisogno di imparare
  • Tempi rapidi di apprendimento
  • Buone capacità di pensiero logico
  • Molte conoscenze sugli argomenti che interessano di più
  • Grande impegno in ciò che prediligono
  • Capacità di apprendimento quantitativamente e qualitativamente più elevata
  • Predilezione per un pensiero logico
  • Bisogno di poco aiuto nello svolgere i  compiti
  • Determinazione, quasi sempre presente, voler fare da soli/e
  • Motivazione e tenacia nel perseguire i propri obiettivi
  • Curiosità e interessi spiccati.
  • Notevole capacità di concentrazione, che spesso fa perdere il contatto con il mondo, soprattutto se sono “dentro” ai loro argomenti preferiti.
  • Spesso sono presenti alcune difficoltà di coordinazione motoria, con una scarsa predilezione per i giochi di movimento.
  • Le attività proposte a scuola risultano poco stimolanti.
  • Tendenza alla distrazione.
  • Ridotta predilezione per il lavoro in gruppo, ma anche per le attività rivolte a tutta la classe.
  • Maggiori capacità nella relazione con gli adulti

 

Quando si arriva alla Scuola Primaria…

  • Alla primaria, soprattutto nelle prime classi, questi bambini e queste bambine tendono a comprendere alcuni contenuti fin dal primo ascolto, dalla prima spiegazione, per cui poi il tempo di studio risulta ridotto.
  • Gradualmente, anche per la poca applicazione nello studio, il rendimento scolastico tende a diminuire, soprattutto dalle ultime classi, con un conseguente calo di autostima. A un alto livello intellettivo non sempre corrisponde quindi una prestazione altrettanto elevata in ambito scolastico.
  • Inoltre possiamo osservare che essi/e tendono a mettersi in disparte, ma possono essere messi in disparte dai compagni, che ne rilevano le differenze e le “stranezze”.
  • Talvolta è presente una elevata sensibilità, con manifestazioni emotive amplificate, che si configurano con significative difficoltà di regolazione delle emozioni.
  • Tendenza ad  annoiarsi con facilità, alla scarsa tolleranza verso i compagni, con difficoltà a gestire le emozioni e a instaurare e mantenere la relazione con i pari.
  • Marcata introversione e selettività nella scelta delle amicizie.
  • Assumono atteggiamenti provocatori, correggono gli insegnanti, svalorizzano i coetanei.
  • Non è raro che emergano comportamenti di instabilità psicomotoria e di trasgressione, a copertura del disagio emotivo.
  • Può essere presente discrepanza nelle aree di sviluppo: ottime capacità cognitive, ridotte capacità emotivo-affettive e relazionali.

 

Quali sono le conseguenze:

  • Senso di frustrazione
    Calo della motivazione
  • Ridotta autostima
  • Difficoltà di comportamento e di relazione
  • Perdita del contatto con il gruppo
  • Possibile esordio futuro di disturbi dell’umore e di difficoltà di comportamento.

È quindi necessaria un’attenzione particolare a questi alunni e alle loro caratteristiche, perché essi possano sentirsi accolti nelle proprie capacità e sostenuti nelle difficoltà psicologiche e relazionali.

È di grande importanza osservarli/e per riconoscere le caratteristiche descritte, in modo da prevenire l’insorgere di difficoltà psicologiche anche di elevata entità.

 

Il compito della scuola

Nel dettaglio, il disegno di legge prevede:

  • il riconoscimento ufficiale degli alunni con alto potenziale cognitivo;
  • l’istituzione del referente scolastico per l’APC in ogni istituto
  • un Piano Didattico Personalizzato (PDP) specifico per ciascun/a alunno/a riconosciuto/a
  • un percorso formativo obbligatorio per dirigenti scolastici e docenti;
  • il coinvolgimento attivo delle famiglie nella definizione del percorso educativo.

 

Il Piano Didattico Personalizzato (PDP)

Per ogni studente con alto potenziale cognitivo, la scuola dovrà predisporre, all’inizio dell’anno scolastico, un Piano Didattico Personalizzato (PDP). Il documento sarà redatto in collaborazione con la famiglia e terrà conto di:

  • bisogni cognitivi, emotivi e relazionali
  • attitudini e interessi personali
  • eventuali Bisogni Educativi Speciali (BES)

È da considerare che gli alunni e le alunne con Alto Potenziale hanno capacità intellettive più elevate rispetto all’età cronologica. Nel rispetto dell’autonomia scolastica, gli istituti potranno attivare iniziative per valorizzare il potenziale degli alunni. Per esempio, potranno essere possibili la frequenza di discipline in classi superiori, i percorsi di arricchimento e approfondimento, l’utilizzo di metodologie didattiche individualizzate, l’organizzazione di gruppi di studio con alunni appartenenti anche a classi diverse.

 

Verifica e monitoraggio dei percorsi

Le strategie adottate saranno sostenute da un monitoraggio periodico, anche con il supporto di figure specialistiche esterne. In seguito a una prova di idoneità gli studenti con alto potenziale cognitivo potranno accedere ad anni scolastici successivi.

La personalizzazione dell’insegnamento e tutte le strategie da mettere in atto sono demandate all’autonomia delle scuole e alle decisioni dei Team Docenti e dei Consigli di Classe.

Non dimenticare che…

La scuola ha il compito di trovare un equilibrio tra alcuni aspetti fondamentali:

  • Coltivare il talento e valorizzare le capacità.
  • Offrire contenimento emotivo e promuovere la condivisione e la partecipazione.
  • Accogliere le capacità intellettive come risorsa per coloro che le posseggono e per l’intero gruppo dei coetanei. 

Questi bambini e queste bambine, questi ragazzi e queste ragazze hanno bisogno di essere aiutati/e ad accogliere, integrare e valorizzare le proprie caratteristiche intellettive, evitando così che esse vengano rifiutate e negate oppure percepite come segno di primato e superiorità rispetto al resto del gruppo.  

È fondamentale riconoscere le loro caratteristiche, assecondando gli interessi, ma utilizzando questi ultimi come veicolo di socializzazione. Non è sbagliato, ad esempio, offrire l’opportunità di svolgere attività supplementari rispetto a ciò che è stato assegnato al gruppo, purché ci sia poi un momento di condivisione con il gruppo stesso.

I rischi per gli adulti:

  • Considerare i soggetti con alto potenziale come fossero adulti in miniatura, dai quali ci si aspetta un’eccessiva maturità.
  • Non concedere spazio ai loro momenti regressivi.
  • Aspettarsi sempre il “successo”.
  • Pensare di non essere importanti per loro e per la loro crescita. 

Alcuni spunti: 

  •  Andare incontro ai loro interessi.
  • interessarsi a loro.
  • Accogliere i momenti regressivi.
  • Evitare forzature.
  • Evitare di imporre modelli adulti nello svolgimento delle attività (perfezione esecutiva, standard elevato…).
  • Ricordare che la “troppa” intelligenza e l’eccessiva precocità cognitiva possono trasformarsi in un punto di debolezza, rendendo questi soggetti più vulnerabili, più consapevoli e sensibili, con una maggiore esposizione alla sofferenza.
  • Esprimere le proprie capacità è un bisogno biologico imprescindibile e il compito degli adulti sta nel perseguire l’equilibrio tra questi bisogni e il desiderio di condividere esperienze con i coetanei.

Come si svolge la valutazione?

La valutazione non è solo quantitativa, ma è soprattutto clinica, attraverso un percorso di osservazione anche sul versante qualitativo e attraverso una conoscenza approfondita del soggetto e del contesto di vita.

Ecco le fasi indispensabili del percorso di valutazione:

  • colloquio con i genitori
  • colloqui psicologici con il/la bambino/a o con il/la ragazzo/a
  • Somministrazione di test di livello intellettivo
  • Somministrazione di test di livello scolastico
  • Prove di attenzione
  • Osservazione neuropsicomotoria e logopedica
  • Altri eventuali approfondimenti se ritenuti necessari
  • Colloquio di restituzione con i genitori
  • Consegna della relazione/certificazione diagnostica

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