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Centro Method

servizi per

L'INFANZIA E L'ADOLESCENZA

I nostri professionisti offrono piani diagnostici e terapeutici volti alla riduzione delle difficoltà e alla promozione del benessere di bambini e adolescenti.

Iniziando con un primo colloquio con i genitori, presso il Centro Method è possibile intraprendere un percorso di osservazione diagnostica per la rilevazione dei disturbi del Neurosviluppo, quali l’ADHD, i Disturbi di Linguaggio, il Disturbo dello Spettro dell’Autismo ecc…In sede di primo colloquio, sulla base delle informazioni fornite dai genitori, sarà nostra cura proporre le sedute diagnostiche necessarie a ottenere un quadro clinico preciso delle difficoltà e delle risorse presenti.

Lo staff minimo per la valutazione dei DSA è composto da psicologa, logopedista e neuropsichiatra infantile. A questo si aggiungono il neuropsicomotricista, la pedagogista clinica, la terapista dell’apprendimento, indispensabili quando sono necessari approfondimenti che consentono un inquadramento diagnostico più complesso.

I principali obiettivi che il nostro staff clinico si propone sono i seguenti:

  • applicare un adeguato percorso diagnostico seguendo le indicazioni descritte nella Nuova Linea Guida
  • individuare il profilo funzionale del soggetto evidenziando i punti di forza, che rappresentano le risorse per la gestione del disturbo
  • indicare suggerimenti per l’elaborazione del Piano Didattico Personalizzato
  • individuare eventuali ricadute del disturbo in contesti extrascolastici
  • offrire consulenza, su richiesta, alla famiglia
  • offrire consulenza alla scuola su richiesta dei genitori o dell’interessato, se maggiorenne
  • offrire percorsi terapeutici finalizzati alla riduzione e gestione delle difficoltà
  • monitorare il percorso e sostenere il soggetto e la famiglia nell’affrontare eventuali criticità

 

Come si svolge il percorso?

– Il primo colloquio con i genitori
Consente di raccogliere informazioni sulla storia della persona (anamnesi, storia scolastica, svolgimento della quotidianità…).

– La programmazione del percorso diagnostico
Nel corso del primo colloquio e in base ai dati raccolti i genitori ricevono tutte le informazioni che riguardano la valutazione: quali sedute, con quali specialisti, quale preventivo di spesa… I genitori liberamente decidono se proseguire o fermarsi al colloquio informativo.

– L’attivazione del percorso diagnostico
In seguito al consenso dei genitori viene dato il via alle sedute diagnostiche, durante le quali i diversi specialisti propongono la testifica specifica per la valutazione.

– La sintesi diagnostica e il colloquio di restituzione ai genitori
Dai risultati emersi messi a confronto tra loro si rileva una sintesi diagnostica, che, con massima cura e in modo approfondito viene riferita ai genitori. Durante il colloquio di restituzione viene dato spazio alle domande dei genitori, ai loro dubbi. Non è un incontro frettoloso; i genitori o la persona stessa se maggiorenne, hanno il diritto di conoscere nei particolari tutto ciò che è emerso dalla valutazione.

– L’eventuale attivazione di un percorso terapeutico
Il seguito al colloquio finale e in base ai risultati emersi, è possibile attivare un percorso di terapia “a misura”, finalizzato alla riduzione delle difficoltà e al potenziamento dei punti di forza.

– Il monitoraggio
Il quadro clinico emerso dalla valutazione può essere meritevole di monitoraggio, allo scopo di comprenderne l’evoluzione, individuando e affrontando nel tempo le criticità.

– L’attenzione alla sfera psicologica
È sempre garantito uno sguardo attento alla componente psicologica sia della persona che della sua famiglia. Sappiamo quanto il DSA interferisca in larga misura nella vita quotidiana, nelle relazioni affettive, nel benessere emotivo-affettivo. Questo aspetto non va dimenticato, altrimenti si rischia di considerare il disturbo come qualcosa di invasivo solo in ambito scolastico, ma l’autostima può talvolta essere duramente colpita, il senso di frustrazione genera la mancanza di soddisfazione, che, a sua volta, produce demotivazione, senso di scoraggiamento.

I problemi di linguaggio di bambini e adolescenti sono frequentemente legati a situazioni di ritardo globale; ci troviamo di fronte a un disturbo specifico quando le difficoltà si riferiscono solo alla componente verbale nei suoi aspetti di comprensione o/e di produzione.
Presso il nostro Istituto vengono effettuati percorsi diagnostici e terapeutici relativi ai ritardi di linguaggio, al Disturbo Specifico di Linguaggio, alla dislalia (difficoltà nella pronuncia dei fonemi), alla disartria (difficoltà di articolazione), alla disfasia (disturbo della struttura della parola e della frase). Un particolare tipo di disturbo è inoltre la balbuzie, che talvolta necessita di un intervento terapeutico sia psicologico che logopedico.

In seguito a un primo colloquio con i genitori e a un percorso iniziale di osservazione diagnostica, utile per un inquadramento clinico e per l’instaurazione di una buona relazione terapeutica, può essere utile iniziare un percorso di psicoterapia individuale.
Le più comuni difficoltà affrontate riguardano: l’ansia, l’instabilità, la demotivazione, la chiusura, l’eccessiva timidezza, l’aggressività, la regressione, l’ autosvalutazione, l’iperattività, la fobia scolare. Fino a giungere a forme di tipo nevrotico nelle quali si verificano estreme fissazioni di alcune delle manifestazioni sopra elencate, con conseguente strutturazione di particolari disturbi (atteggiamento fobico, disturbi ossessivo-compulsivi, malattie psicosomatiche…) o a vere e proprie psicosi, che si contraddistinguono per la perdita di contatto con la realtà.

Condotti da due psicoterapeuti/e, hanno la finalità di co-costruire, insieme ai/alle partecipanti, uno spazio di confronto protetto e sicuro, che possa essere contenitore del disagio e della difficoltà e che possa, pian piano, far emergere anche risorse e nuove strategie.

La Pedagogia Clinica è un ambito di intervento finalizzato a sostenere l’individuo nel proprio percorso di crescita, attraverso la conquista graduale di nuove capacità e competenze.
La Pedagogista Clinica ha conseguito una specializzazione triennale post lauream e possiede capacità di osservazione nelle varie aree di sviluppo, con particolare riferimento alle abilità di base, all’apprendimento, al comportamento, alla socializzazione.
Utilizzando le competenze e le potenzialità osservate, lo/la specialista conduce un percorso finalizzato alla riduzione delle difficoltà e alla conquista di nuove capacità da trasferire nei diversi contesti di vita: in famiglia, nella scuola, nel sociale.
Presso il nostro Istituto la Pedagogista Clinica è parte integrante dello staff sia nella fase diagnostica sia nella progettazione e realizzazione dei successivi interventi.

L’Istituto offre percorsi personalizzati di potenziamento del metodo di studio, finalizzati al raggiungimento di una maggiore autonomia nello svolgimento dei compiti scolastici, alla conquista di strategie di apprendimento efficaci e all’incremento della motivazione allo studio.

La Neuropsichiatria infantile è una disciplina medica specialistica che si occupa delle problematiche relative allo stato di salute psicologico e fisico dell’infanzia e dell’adolescenza, in un’età compresa tra zero e diciotto anni.
In seguito al colloquio con i genitori condotto dall’operatore di riferimento, il neuropsichiatra infantile porta avanti una valutazione neuropsicomotoria e funzionale, approfondisce, se necessario, la raccolta dei dati anamnestici, prende visione del materiale clinico e diagnostico elaborato dal resto dello staff, richiede eventuali approfondimenti diagnostici specialistici, elabora la sintesi diagnostica e indica i percorsi di aiuto necessari.
Tutto questo si svolge all’interno di una relazione significativa con il bambino o con l’adolescente, in un contesto clinico di accoglienza ed alta professionalità.

Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva (TNPEE) è il Professionista Sanitario dell’area della riabilitazione che svolge, con titolarità ed autonomia professionale in collaborazione con l’équipe multi-professionale di neuropsichiatria infantile e con altri professionisti dell’area pediatrica, gli interventi di prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili, nelle aree della neuro-psicomotricità, della neuropsicologia e della psicopatologia dello sviluppo. Il TNPEE si forma per l’intero triennio universitario sull’età evolutiva, acquisendo specifiche competenze sullo sviluppo tipico ed atipico, sulle metodiche osservative e valutative e sulle metodologie di intervento; svolge inoltre attività di didattica, di ricerca specifica applicata, di consulenza professionale. Il Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età evolutiva si occupa della “prevenzione, terapia e riabilitazione delle malattie neuropsichiatriche infantili”. Realizza procedure osservative ed applica strumenti valutativi finalizzati a evidenziare indicatori di processi evolutivi che hanno una espressività differente in rapporto all’età ed al disturbo; individua l’area di potenziale sviluppo entro cui collocare l’intervento; si avvale di un proprio setting terapeutico, flessibile in rapporto agli obiettivi della terapia ed alle caratteristiche del soggetto; stabilisce un’alleanza di lavoro con la famiglia; promuove un lavoro di rete con gli operatori che seguono il minore.

Tra i disturbi di cui si occupa il TNPEE si annoverano: il ritardo globale di sviluppo, i disturbi della coordinazione motoria (DCM e disprassia evolutiva), i disturbi sensoriali e i disturbi neuromotori, i disturbi dello spettro autistico, le disabilità intellettive, i disturbi dell’attenzione, i disturbi della regolazione, i disturbi della relazione e della comunicazione verbale e non verbale, i disturbi dell’apprendimento (dislessia, disortografia, discalculia, disgrafia), i disturbi neurologici o derivati da sindromi genetiche che causano disfunzioni e disabilità. La professione del Terapista della Neuro e Psicomotricità dell’Età Evolutiva si caratterizza, da un lato, per la sua vocazione specifica dalla nascita fino ai 18 anni di età, e, dall’altro, per un intervento di tipo “globale”, attento a considerare, per ogni fascia d’età, l’equilibrio complessivo e l’integrazione di tutte le funzioni e le competenze nonché l’interazione tra evoluzione della patologia e stadio di sviluppo.