Le presenti linee guida hanno lo scopo di uniformare le procedure diagnostiche, abilitative e di presa in carico nell’ambito della Regione Toscana. Le certificazioni di DSA devono essere redatte in conformità con quanto indicato nell’Accordo tra Governo Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano e MIUR su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento” del 25/7/2012.
1. Premessa
I Disturbi Specifici di Apprendimento (DSAp1), disciplinati dalla Legge n° 170 del 8 ottobre 2010 (Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico), sono caratterizzati da difficoltà in alcune aree specifiche dell’apprendimento scolastico nell’ambito di un funzionamento intellettivo adeguato all’età cronologica. Sono coinvolte in tali disturbi: le abilità di lettura, di scrittura, di calcolo.
Sulla base dell’abilità interferita dal disturbo i DSAp assumono denominazioni specifiche: Dislessia (disturbo della lettura), Disgrafia e Disortografia (disturbo della scrittura), Discalculia (disturbo del calcolo).
Secondo le ricerche attualmente più accreditate i DSAp hanno un’origine neurobiologica e si presentano come un’atipia dello sviluppo nell’ambito della quale è possibile la modificabilità del quadro clinico. L’alunno, posto nelle condizioni di attenuare e/o compensare il disturbo, può infatti raggiungere gli obiettivi di apprendimento previsti dalla classe frequentata; si sottolinea inoltre, per una corretta impostazione degli interventi effettuati dalla scuola, che gli alunni con DSAp possono sviluppare stili di apprendimento specifici, volti a compensare le difficoltà incontrate a causa del disturbo.
I DSAp mostrano una prevalenza tra il 3% e il 4.5% della popolazione in età evolutiva costituendo così un’importante parte dell’utenza che perviene alla valutazione presso servizi sanitari specialistici.
II Decreto n. 5669 del 12 luglio 2011, del Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, attuativo delle Legge 170/2010, che riconosce giuridicamente la dislessia, la disortografia, la disgrafia e la discalculia come Disturbi Specifici di Apprendimento e tutela il diritto allo studio di alunni e studenti, valorizza nuove metodologie didattiche e valutative e la formazione dei docenti. Al decreto attuativo sono allegate le Linee Guida, elaborate in base alle più recenti conoscenze scientifiche e contenenti indicazioni per realizzare interventi didattici individualizzati e personalizzati.
Il decreto esplicita le indicazioni contenute nella Legge 170/2010 riguardo alle modalità di formazione dei docenti e dei dirigenti scolastici, alle misure educative e didattiche di supporto utili a sostenere il corretto processo di insegnamento/apprendimento fin dalla scuola dell’infanzia, nonché alle forme di verifica e di valutazione scolastica al fine di garantire il raggiungimento del successo formativo degli alunni con diagnosi di DSAp delle scuole di ogni ordine e grado del sistema nazionale di istruzione, a partire dal primo ciclo di istruzione sino all’Università.
Gli interventi previsti per alunni/studenti che presentano DSAp chiedono la collaborazione tra scuola, famiglia, regione e servizi sanitari, pur nella specificità dei rispettivi ruoli: l’esperienza acquisita negli ultimi anni indica la necessità di integrare le competenze pedagogico-didattiche con quelle socio-sanitarie e con quelle legate alle politiche di inclusione e prevenzione della dispersione, per assicurare un corretto intervento in ambito scolastico. Per facilitare questa collaborazione è stato costituito in Toscana un gruppo di lavoro regionale interistituzionale, al quale partecipano rappresentanti della scuola, dei servizi sanitari e dell’area istruzione.
Le presenti linee guida, elaborate all’interno del suddetto gruppo, hanno come scopo di uniformare le procedure diagnostiche, abilitative e di presa in carico nell’ambito della Regione Toscana per gli allievi con DSAp e sono redatte in conformità con quanto indicato nell’Accordo tra Governo Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano e MIUR su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento” del 25/7/2012.
2. Caratterizzazione dei DSAp2
Il termine DSAp si riferisce a disturbi delle abilità scolastiche caratterizzati da una significativa difficoltà nell’acquisizione di abilità di lettura, scrittura e calcolo che interferiscono con il normale funzionamento del soggetto. Tali disturbi si manifestano in soggetti che presentano una normodotazione intellettiva, che hanno usufruito di una adeguata opportunità di apprendimento ed in assenza di disturbi neuromotori o sensoriali o disturbi significativi della sfera emotiva o psicopatologica pre-esistenti.
Carattere fondamentale dei DSAp è pertanto la specificità: si tratta infatti di disturbi che interessano uno specifico dominio di abilità in modo significativo, ma circoscritto, lasciando intatto il funzionamento intellettivo generale. I disturbi specifici si distinguono dai disturbi non specifici di apprendimento, dicitura che si riferisce a una difficoltà di apprendimento secondaria ad altri disturbi o deficit di tipo cognitivo e/o psicopatologico e/o neurologico /sensoriale.
Come delineato dalla Consensus Conference (2011), si ritiene che la diagnosi di DSAp , possa essere ipotizzata anche in presenza di competenze cognitive in area limite (Quoziente Intellettivo-QI tra 70 e 85) laddove le prestazioni scolastiche risultino significativamente deficitarie rispetto a quelle attese in funzione del QI.
In generale la diagnosi di DSAp deve essere effettuata dopo un congruo periodo di inserimento in percorsi scolastici. La diagnosi di dislessia e disortografia viene formulata non prima della fine del II anno del primo ciclo di istruzione, mentre per la diagnosi di discalculia e disgrafia è necessario aspettare il termine del terzo anno. Tuttavia, già nella I classe del primo ciclo di istruzione, importanti discrepanze tra le competenze cognitive generali e l’apprendimento della letto-scrittura e delle abilità in ambito logico-matematico, possono essere rilevate come indicatori di rischio. La presenza di tali indicatori, pur non consentendo una diagnosi di specificità, permette l’attivazione di procedure abilitative pedagogico- educative atte all’attenuazione delle difficoltà presenti nel bambino. Effettuare la diagnosi dopo un periodo di inserimento in percorsi scolastici ha lo scopo di evitare falsi positivi e di escludere i casi di ritardo o rallentamento di acquisizione di apprendimenti.
2.1 Dislessia
Per dislessia si intende un disturbo caratterizzato da un deficit nell’accuratezza e/o nella velocità di lettura, che rende la lettura nel complesso scarsamente fluente. Nelle lingue a ortografia trasparente come l’italiano il parametro che viene riconosciuto essere come il più rilevante per la definizione diagnostica è la velocità di lettura. La velocità di lettura viene misurata come il tempo di lettura di brani e liste di parole/non parole, mentre la correttezza come numero di errori in lettura, che si discostino per difetto di almeno due deviazioni standard dalle prestazioni medie dei lettori della stessa classe frequentata (misurate attraverso batterie di test standardizzati). La comprensione del testo scritto non concorre alla
formulazione della diagnosi di dislessia anche se fornisce indicazioni utili sull’efficienza del lettore e può dare indicazioni rispetto all’interferenza funzionale e alla gravità del quadro clinico.
2.2 Disortografia e Disgrafia
I disturbi della scrittura si dividono in disturbi che riguardano la correttezza della scrittura (disortografia) e disturbi che riguardano l’aspetto formale e qualitatitivo della componente grafica (disgrafia). Per la diagnosi di disortografia è necessaria la presenza di un numero di errori ortografici che si discostino per difetto di almeno due deviazioni standard rispetto ai risultati medi dei bambini della stessa classe scolastica (misurate attraverso batterie di test standardizzati).
La disortografia è un disturbo che riguarda il processo di trascrizione basato sul meccanismo di conversione da suono (fonema) a segno (grafema) e il riconoscimento di regole ortografiche che permettono la corretta scrittura di parole con trascrizione ambigua.
Per la diagnosi di disgrafia è necessario analizzare l’assetto morfologico, spaziale e la velocità della grafia. L’alterazione dei processi qualitativi della grafia determina una scarsa comprensibilità dello scritto ed un processo di scrittura nel complesso poco fluido e molto faticoso.
2.3 Discalculia
La diagnosi di discalculia, come già definito, non può essere formulata prima della fine della classe III della scuola primaria, anche se possono essere precocemente evidenziate discrepanze tra le abilità generali del bambino e le abilità nell’area logico-matematica. I bambini possono presentare difficoltà nella manipolazione numerica e degli ordini di grandezza (codifica semantica del numero), nel conteggio, nella transcodifica di numeri (lettura, scrittura e ripetizione di numeri), nella memorizzazione dei fatti aritmetici (tabelline, somme e sottrazioni con risultato entro la decina), nell’acquisizione delle procedure per lo svolgimento di calcoli mentali e scritti (misurate attraverso batterie di test standardizzati). Sono escluse da questa diagnosi le difficoltà nella soluzione dei problemi matematici (Consensus Conference, 2011).
2.4 Altri Disturbi dell’apprendimento
Il disturbo di apprendimento di tipo visuospaziale, anche denominato Disturbo di Apprendimento Non Verbale (DANV), è caratterizzato sia da un deficit in quelle aree dell’apprendimento scolastico che richiedono l’elaborazione cognitiva di informazioni visive e spaziali, sia da un profilo cognitivo che presenta discrepanze tra abilità verbali, che risultano adeguate, e abilità non verbali che risultano invece deficitarie.
Tale quadro clinico si caratterizza per la presenza di difficoltà specifiche in compiti di tipo visuo-spaziale e prassico-costruttivo che si ripercuotono soprattutto in ambito della matematica e della geometria.
Sebbene tale quadro non sia riconosciuto dai manuali diagnostici né riportato nell’ambito degli attuali riferimenti nazionali sui DSAp e quindi non figuri nelle disposizioni normative di cui alla L.170/2010, si sta delineando un crescente interesse in ambito scientifico verso le caratteristiche cliniche e le conseguenze funzionali del DANV.
Si ritiene, sia per quanto emerge dai recenti dati di letteratura che dalle osservazioni cliniche dei professionisti, che tale disturbo necessiti di una attenzione specifica anche in ambito scolastico, dove sarebbe auspicabile l’attivazione di strumenti di aiuto.
3. Individuazione precoce del disturbo
In attesa dell'emanazione delle Linee guida nazionali per la predisposizione dei Protocolli regionali di cui all’art.3 comma 3 della Legge 170/2010, si forniscono riferimenti per l’individuazione precoce degli alunni con DSAp.
Uno specifico protocollo regionale potrà essere definito anche in base ai risultati del costituendo Osservatorio regionale sui DSAp (vedi punto 8 “Ricerca” del presente documento).
3.1. Fattori di rischio
I principali fattori di rischio di cui è stata dimostrata o ipotizzata l'associazione con lo sviluppo di DSAp (Consensus Conference, 2011) sono la presenza di almeno due anestesie generali prima del quarto anno di età, la presenza di un disturbo di linguaggio, la familiarità per DSAp, il basso peso alla nascita e/o prematurità.
3.2 Osservazione degli apprendimenti
La scuola ha un ruolo fondamentale nel percepire le difficoltà degli alunni fin dal loro primo manifestarsi e nell’avviare adeguati interventi di potenziamento.
Le Linee guida emanate dal Ministero Istruzione Università e Ricerca (MIUR) di cui al Decreto n. 5669 del 12 luglio 2011, alle quali si rimanda per gli opportuni approfondimenti, indicano in modo dettagliato gli ambiti di osservazione per il riconoscimento degli indicatori utili per la rilevazione del rischio e riportano numerosi suggerimenti didattici da tener presente per ridurre/superare le difficoltà di apprendimento degli alunni.
E’ interessante rilevare la fondamentale azione preventiva riconosciuta alla scuola dell’infanzia, che nelle Linee Guida del MIUR è indicata come il primo contesto da cui muovere per azioni di prevenzione, di stimolo e di recupero.
Nell’ultimo anno di scuola dell'infanzia un ambito particolare dell'osservazione sarà dedicato alle abilità linguistiche del bambino, soprattutto alla sua capacità di ascolto e di narrazione, alle abilità visuo-grafiche e alle competenze metafonologiche.
Analogamente, alla scuola primaria sono assegnate competenze più specifiche di osservazione, collegate alla presentazione di apprendimenti di base, per l’attuazione di metodologie di individualizzazione e personalizzazione dell’apprendimento.
Alla scuola secondaria viene richiesto, in continuità con i precedenti gradi della scolarizzazione, una didattica personalizzata ed individualizzata.
Per individuare un alunno con sospetto Disturbo Specifico di Apprendimento, non si deve ricorrere a strumenti standardizzati, ma è necessario far riferimento alla osservazione delle prestazioni nei vari ambiti di apprendimento interessati dal disturbo: lettura, scrittura, calcolo.
Le linee guida del MIUR (Punto 4: una didattica per gli alunni con DSA) sottolineano quanto sia significativo, ai fini della gestione degli alunni con DSAp, attivare le specifiche competenze psicopedagogiche dei docenti “curricolari”; il profilo professionale del docente, infatti, comprende conoscenze ed abilità idonee a rilevare eventuali prestazioni atipiche degli alunni, ad impostare percorsi di recupero mirato e a valutare l'opportunità o meno di segnalare alla famiglia una situazione di rischio per DSAp.
In questa ottica si rende necessaria l’attivazione di un percorso formativo specifico che preveda periodici aggiornamenti.
In Toscana il tema dell'individuazione precoce di alunni con DSAp è da tempo oggetto di attenzione e riflessione metodologica: da diversi anni numerose scuole utilizzano strumenti per l’individuazione di alunni con sospetto DSAp fin dalle prime classi della scuola primaria al fine di attivare un recupero specifico. L’esperienza, condotta con il supporto di operatori specializzati, ha contribuito a diffondere, fra il personale scolastico, una più approfondita conoscenza delle problematiche connesse alla presenza dei DSAp e a prevenire situazioni di insuccesso scolastico con conseguenze negative e talvolta gravi per gli alunni.
In linea con quanto prospettato nelle indicazioni ministeriali l’attività di screening, risultata in una fase iniziale uno strumento per avviare il percorso di sensibilizzazione e di intervento sulle tematiche dei DSAp, dovrà evolvere in una più generalizzata capacità degli insegnanti curricolari di saper osservare casi di criticità legati ai disturbi dell’apprendimento, sia specifici sia riconducibili ad altre origini, all’interno della propria classe.
Sarà importante quindi sviluppare una cultura dell’osservazione per tutti i docenti che sono titolari di funzioni educativo-didattiche e, perché ciò accada, dovranno essere forniti a tutti gli insegnanti strumenti osservativi adeguati, attraverso una specifica formazione.
Un’accurata osservazione consentirà di riconoscere gli alunni che presentano difficoltà ed avviare per essi percorsi di potenziamento scolastico che possono essere attivati già dal secondo quadrimestre della prima classe della scuola primaria.
Sarà compito della scuola individuare, attraverso i referenti DSAp di ciascun Istituto, i casi per i quali il potenziamento è risultato inefficace e che presentano caratteristiche più probabilmente compatibili con un sospetto di DSAp. Per questi ultimi verrà predisposta dalla scuola una comunicazione scritta per i familiari, riportante le difficoltà/potenzialità osservate nel percorso di apprendimento e potenziamento.
Ferma restando l'autonomia della scuola nella scelta delle modalità di osservazione, è assolutamente necessario evitare l'attivazione del percorso diagnostico sulla base dei risultati di singole prove di "screening" proposte a tutti gli alunni di una classe o di una scuola.
E' opportuno che tale segnalazione contenga i dettagli relativi alle difficoltà osservate dagli insegnanti curricolari in merito alle prestazioni dell'alunno/a e a tutte le azioni dagli stessi poste in essere, senza successo, per un periodo di almeno 3 mesi. Pertanto, nessuna comunicazione alla famiglia predisposta dalla scuola potrà essere presa in considerazione per l'attivazione del percorso diagnostico da parte del pediatra e delle strutture ambulatoriali individuate, se fondata sulle sole risultanze individuali di uno screening scolastico.
La realizzazione di percorsi formativo-progettuali per i gruppi classe potrà costituire un importante contributo al dialogo con le famiglie orientato alla condivisione delle scelte educative.
4. Diagnosi del disturbo
4.1.Tempi e modalità della diagnosi
La comunicazione predisposta dalla scuola per i familiari costituisce il motivo dell'attivazione del percorso di approfondimento diagnostico da parte del Pediatra di libera scelta (vedi flow- chart).
Come ricordato la diagnosi di DSAp non può essere effettuata prima della fine del secondo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la dislessia e la disortografia, e prima della fine del terzo anno del primo ciclo di istruzione per quanto riguarda la discalculia e la disgrafia.
Per gli alunni individuati, sarà cura delle strutture del Servizio Sanitario regionale e delle strutture private accreditate ai sensi dell’art. 8 quinquies del Decreto Legislativo 502/92 e successive modifiche ed integrazioni effettuare il percorso diagnostico e rilasciare la certificazione in coerenza con le indicazioni delle presenti Linee Guida, garantendo la priorità ai bambini che frequentano la scuola primaria.
L’elenco delle strutture che possono rilasciare la certificazione di DSAp è comunicato all’Ufficio Scolastico Regionale ed ai pediatri di libera scelta ed è disponibile sul sito della Regione Toscana: www.regione.toscana.it.
La certificazione di DSAp, come indicato nel citato Accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano e MIUR su “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei disturbi specifici di apprendimento”, deve essere prodotta in tempo utile per l’attivazione delle misure didattiche e delle modalità di valutazione previste dalla L. 170/2010.
Il completamento dell’iter diagnostico deve avvenire, di norma, non oltre il 31 marzo per gli alunni che frequentano gli anni terminali di ciascun ciclo scolastico.
Per garantire il rilascio delle certificazioni in tempi utili per l’attivazione delle misure didattiche ed il completamento dell’iter diagnostico entro sei mesi, con riferimento agli alunni del primo ciclo di istruzione, il percorso diagnostico e il rilascio della certificazione, in coerenza con le indicazioni delle presenti Linee Guida, potranno essere effettuati dalle strutture di cui all’Allegato B del presente provvedimento.
Gli Istituti Scolastici riconoscono come valide solo le certificazioni rilasciate con le modalità indicate nelle presenti Linee Guida.