I GIOCHI DI ACCOGLIENZA ALLA SCUOLA DELL'INFANZIA

 

A scuola dopo la chiusura estiva. Le molteplici emozioni si intrecciano: il disagio per la separazione dai genitori, la curiosità verso un ambiente accogliente, il desiderio di stare di nuovo insieme ai compagni, la voglia di giocare e altro ancora. 

E per i più piccoli? Per loro l’esperienza dell’inserimento può presentare maggiori difficoltà, soprattutto se non hanno frequentato il Nido. 

Le attività iniziali riguardano canzoncine, filastrocche e giochi di presentazione per imparare o ricordare i nomi dei compagni, per riconoscersi, per esplorare l’ambiente. 

Solo in un secondo tempo potremo dedicarci a formulare le prime semplici regole di vita comunitaria. Non facciamolo subito; consentiamo ai bambini di prendere o di riprendere contatto con l’ambiente. Le regole arrivano dopo e scaturiscono dalle necessità e dai bisogni individuati insieme a loro.


L’ACCOGLIENZA NON FINISCE MAI

Ricordiamo però che l’accoglienza non è un momento veloce e di passaggio e neppure una strategia mirata verso i nuovi arrivati. L’atteggiamento accogliente deve protrarsi nel tempo, deve costituire un elemento di continuità, un’attenzione costante alle dinamiche affettive e ai bisogni dei bambini che emergono. 

 

TANTI GIOCHI 


GIOCARE CON I NOMI DEI BAMBINI

Ecco alcuni giochi, che hanno lo scopo di aiutare i bambini a conoscersi o a ricordare i nomi dei compagni. 

 

FACCIAMO L’APPELLO

L’insegnante pronuncia uno ad uno i nomi dei bambini chiedendo loro di rispondere: “Eccomi qua!”.

“Dov’è LAURA?” 

“Eccomi qua!”

“Dov’è ALESSANDRO?” 

“Eccomi qua!”

 

L’INSEGNANTE PASTICCIONE

L’insegnante passa tra i bambini, li tocca ad uno ad uno dicendo il nome sbagliato. “Tu sei Matteo, vero?”
“No, sono Luca!” 

“Ecco Marina!”

“No, sono Paola!”
“Tu invece sei... Giovanni!” “No, sono Pietro!” 

 

INDOVINO A OCCHI CHIUSI

L’insegnante si avvicina ai bambini e, tenendo gli occhi chiusi, li tocca sulla testa:
“Ora io, ad occhi chiusi, indovino chi è questo bambino. Vediamo un po’... i suoi capelli sono lisci, il viso è rotondo... ha pure la frangetta... ho capito: tu sei... Matteo!” 

“Vediamo un po’ invece chi c’è qui... che capelli ricci! Sento anche gli orecchini... ho indovinato! Tu sei Laura!” 

 

PER MANO

Si costruisce un percorso tracciando linee sul pavimento o usando oggetti per delimitare (ad esempio con le corde colo- rate, con i birilli, ecc.). Ogni bambino, a turno, esegue il percorso rispettando la richiesta dell’insegnante. Successivamente l’insegnante forma le coppie e invita i bambini a prendersi per mano e a eseguire il percorso insieme. La difficoltà della proposta varia in base all’età. Nelle sezioni miste il gioco può essere ancora più significativo: i bambini più grandi prendono per mano i più piccoli e li guidano nell’esplorazione dell’aula e degli spazi della scuola. 

 

FACCE BUFFE

L’insegnante fa la foto ad ogni alunno, magari mentre assume buffe espressioni del volto. Le foto saranno stampate per l’attività successiva. 

 

CACCIA ALLE FOTO

L’insegnante invita i bambini a disporsi in cerchio lasciando un ampio spazio in mezzo, dove dispone tutte le foto. Le mischia per bene con aria di mistero e poi invita ciascun alunno a indicare la propria foto. 

“Vediamo vediamo... Marco, dov’è la tua foto? Di chi è la foto vicino alla tua? Bravissimo!”
“E tu Martina, la vedi la tua foto? Di chi è la foto sotto la tua?” 

Si prosegue così e, in un secondo momento, si distribuiscono le foto ad ogni bambino, ma... 

 

LE FOTO SBAGLIATE

L’insegnante distribuisce ai bambini le foto, ma dà a ciascuno la foto di un compagno o di una compagna.
“Sono proprio una pasticciona! Luca, di chi è la foto che hai tra le mani? E tu, Paola, che foto hai?” 

Successivamente si possono invitare i bambini a alzare la foto che corrisponde alla descrizione dell’insegnante. 

“Cerco la foto di un bambino che ha i capelli neri, la frangetta e la bocca aperta. Chi ce l’ha?”
“Ora cerco la foto di una bambina con i capelli ricci e biondi, con un cerchietto azzurro e la bocca chiusa. Chi ce l’ha?” 

 

I NOMI A PEZZI

L’insegnante invita i bambini a pronunciare
i nomi dividendoli in “pezzi” e abbinando battute di mani. 

LU - CAPA - O - LO

SI - MO - NASE - RE- NA

GIA - CO - MOFE - DE - RI - CO

I nomi si possono “battere”, ma anche “saltare”, abbinando un saltello a ogni sillaba. 

 

LE RIME CON I NOMI

Sempre usando i nomi possiamo costruire frasi facendo attenzione alla rima. 

Cominciamo con i nomi degli insegnanti: 

“La maestra Filomena si prepara per la cena”. 

“Il maestro Federico, ride, canta e mangia un fico”

 

Proseguiamo con i nomi dei bambini: 

“Nicoletta mangia sempre una polpetta”

“Antonella ogni giorno si fa bella” 

“Simone beve un succo di limone”

“…”

 

PICCOLI ESPLORATORI

I bambini piccoli fanno la loro prima conoscenza della scuola e dell’aula. L’insegnante li invita a osservare intorno e a trovare materiali conosciuti. “Ci sono cose che assomigliano a quelle che avete a casa vostra?” 

 “Ci sono cose che assomigliano a quelle che avevate al Nido?”

“A che cosa serve questa cosa? E questa?...”.
I bambini si guardano intorno, prendono gli oggetti, ne descrivono l’uso, individuano somiglianze e dif- ferenze con i materiali già usati. 

 

IL CORSO DI FORMAZIONE

L’insegnante raduna il gruppo dei grandi e spiega in che cosa consiste il loro lavoro: “Divideremo i bambini di tre anni in piccoli gruppi, ciascuno guidato da due compagni più grandi e, a rotazione e secondo un programma stabilito, tutti potranno conoscere la scuola in ogni piccola parte. Fare la guida è molto difficile; loro sono piccoli e ci vuole tanta pazienza. Decidiamo bene il percorso da fare. Mi raccomando, spiegate bene le cose, perché i vostri nuovi compagni non le conoscono bene come voi. Sono piccoli e dovete parlare in modo semplice. Come potete descrivere la sala da pranzo? E i bagni? Che cosa potete raccontare del giardino e dei giochi che abbiamo? Ecc.”. 

 

LA GUIDA TURISTICA

Soprattutto se la sezione è mista, i bambini più grandi sono invitati a fare da guida ai più piccoli. L’insegnante consegna loro un elemento di riconoscimento (ad esempio, una fascia colorata da legare al braccio) e i piccoli vanno loro dietro, alla scoperta dell’ambiente, come fosse una città in miniatura.

I più grandi avranno fatto precedentemente un “Corso di Formazione” per operatori turistici, in modo che la loro prestazione sia efficiente e ben accolta dai compagni di 3 anni. 

 

RICORDI D’ESTATE

LE FOTO

I bambini sono invitati a riferire le esperienze vissute durante le vacanze con il supporto di foto che ciascuno potrà portare o di immagini stimolo proposte dall’insegnante. 

 

GLI OGGETTI

L’insegnante invita i bambini a portare a scuola oggetti che ricordano loro le vacanze, in modo da sollecitare lo scambio, la conversazione, il confronto. 

 

LE AZIONI

Che cosa si può fare al mare? Nuotare, abbronzarsi, costruire castelli, giocare con la sabbia, tuffarsi, asciugarsi al sole, rotolarsi nella sabbia, pescare... 

Che cosa si può fare in montagna? Rotolare sui pendii, passeggiare, bere l’acqua fresca dalle sorgenti, rilassarsi... 

 

I NOMI

- Quali sono le parole che ci vengono in mente pensando al mare? 

SABBIA, SOLE, MARE, ACQUA, SECCHIELLO,
PALETTA, TUFFO, SALVAGENTE, BARCA, CANNA DA PESCA... 

- Quali sono le parole che ci vengono in mente pensando alla montagna? 

LAGO, SORGENTE, ACQUA FRESCA, VENTICELLO, ARIA PURA, PRATI, ALBERI, FIORI, SCARPONI... 

- E in campagna, che cosa possiamo fare? 

FARE AMICIZIA CON GLI ANIMALI, RACCOGLIERE FRUTTI, GIOCARE SUL PRATO... 

- E al parco giochi? 

SALIRE E SCENDERE DALLO SCIVOLO, ANDARE IN ALTALENA, FARE UN GIRO SULLA GIOSTRA, CORRERE, RINCORRERCI, GIOCARE A NASCONDINO... 

 

I COLORI

L’insegnante invita i bambini a ricercare nell’ambiente i colori delle loro vacanze: l’azzurro del mare, il verde dei prati, il rosso delle ciliegie... I bambini possono ritagliare i colori dalle pagine delle riviste messe a disposizione, per poi incollarli su dei cartoncini, componendo in piccolo gruppo dei collage. In questo modo si inizia a lavorare sulle varie sfumature dei colori, sulle loro gradazioni, sulla denominazione, sulla seriazione (ad esempio dall’azzurro più chiaro all’azzurro più scuro). In base all’età i bambini conquistano capacità importanti, imparano a creare essi stessi i colori, mischiandoli tra loro per riprodurre le gradazioni e, nel frattempo, ritagliano, incollano, esercitano la loro manualità in attività finalizzate. 

  

RIFLETTIAMO INSIEME

 

LA CURA DELL’AMBIENTE

La cura dell’ambiente scolastico ha tanto valore, crea un clima di apertura e di accoglienza, offre quel senso di equilibrio che rende più sereno l’ingresso, che facilita la prima conoscenza e l’esplorazione. Un ambiente pulito, una struttura semplice e armonica, materiali non sovrabbondanti, ma ben distribuiti... tutto questo aiuta i bambini a star bene a scuola. 

 

LE PRIME DIFFICOLTÀ

Il bambino prova tante emozioni, ma sente a pelle anche quelle degli adulti e le fa proprie. È quindi importante che i grandi non si agitino. Se non è stata fatta l’esperienza del Nido, è normale che si presentino difficoltà, ma se gli insegnanti e i genitori si mostrano sereni, i bambini prendono più facilmente fiducia nel nuovo ambiente. L’inserimento graduale è quasi sempre vincente. 

Le prime settimane di scuola sono davvero molto importanti; pongono le basi per la costruzione del clima emotivo e dell’accoglienza delle differenze. 

I più grandi, per la maggior parte, hanno ripreso contatto con ciò che per loro era già conosciuto, ma tra i più piccoli ci sarà ancora qualcuno che fatica a fidarsi del nuovo ambiente, che sente la separazione dalle figure genitoriali come una perdita. 

Per loro servirà un po’ più di tempo; ogni bambino ha i propri tempi, per ogni cosa. La canzone che segue aiuterà i bambini a iniziare la nuova avventura. 

L’accordo con le famiglie è sempre vincente, per cui è opportuno condividere il progetto di inserimento. 

Se le difficoltà si protraggono è sempre utile consultare l’esperto, per evitare che esse si strutturino, per far sì che non si “appiccichino” addosso ai bambini e ai genitori. Spesso, se i tempi sono giusti, sono sufficienti alcuni incontri per aiutare sia i bambini che i genitori, a scoprire le loro risorse e a mettere in atto le loro capacità di affrontare il distacco e il cambiamento.

 

A cura di Monica Pratelli

Istituto psico medico pedagogico CENTRO METHOD, Perignano (PI).

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