Gli aiuti che funzionano

Le difficoltà degli alunni e l’aiuto prezioso degli insegnanti


Le indicazioni che seguono sono di carattere generale e riguardano principalmente quelli che sono gli “atteggiamenti didattici” da adottare da parte degli insegnanti. Come si può osservare si tratta di modalità che possono essere utili per tutto il gruppo di alunni, ciascuno dei quali, in base alle proprie capacità e competenze, saprà trarne beneficio e farne buon uso. 

beneficio e farne buon uso.

  • Fornire una scaletta sugli argomenti e i sotto-argomenti per orientare l’ascolto

Questo accorgimento è senz’altro utile; fa sì che i bambini si incuriosiscano, che inizino, nella loro mente, a fare previsioni, che si predispongano cioè ad un’attenzione focalizzata sul contenuto accennato dall’insegnante.

  • Al termine di ogni lezione procedere con una breve sintesi dell’argomento trattato, magari attraverso un semplice schema alla lavagna, consegnandone, se possibile, copia cartacea al bambino con DSA.

In questo modo, alla fine di una spiegazione, viene offerta ai bambini un sunto dell’argomento trattato, che serve a favorire sia la comprensione sia la memorizzazione dei contenuti.

  • Distribuire i “posti” in classe, in modo che il bambino in difficoltà occupi nell’aula una posizione privilegiata rispetto ai docenti, alla lavagna, ai cartelloni utili per lui.

In questo modo anche l’insegnante è facilitato nel suo compito; può meglio controllare che l’esecuzione del lavoro da parte del bambino proceda regolarmente, può verificare se c’è bisogno di fornire un piccolo aiuto o se è necessario semplificare ulteriormente il compito assegnato.

  • Assegnare compiti a casa in quantità adeguata

Se necessario ridurre la quantità dei compiti a casa, tenendo presente che è importante mantenere “il passo” con gli argomenti trattati; si può, ad esempio, assegnare un esercizio “obbligatorio” per ogni singolo apprendimento, a cui seguono esercizi “facoltativi” da svolgere anche in forma orale.

  • Verificare che la consegna sia stata compresa

Ricordare che può risultare difficile la decodifica delle consegne scritte ed è pertanto opportuno dare un tempo adeguato per leggere e comprendere ciò che viene richiesto.

  • Calibrare le attività di copiatura dalla lavagna

Evitare di proporre attività di copia se non è strettamente necessario. Anche la copiatura dalla lavagna è controproducente perché può capitare che ometta delle parti della lezione.

  • Ridurre la richiesta di prendere appunti

Evitare di proporre dettature di lunghezza elevata o di far prendere appunti. Nel caso sia necessario integrare con testi aggiuntivi i contenuti del libro fornire il materiale in fotocopia dattiloscritta.

  • Riepilogare l’argomento della lezione precedente prima di procedere con contenuti nuovi

I bambini devono imparare a trasferire competenze precedentemente apprese e a collegare gli argomenti delle varie materie; è quindi utile, prima di iniziare la nuova lezione, fare un breve riepilogo dell’argomento affrontato la volta precedente. Si può fare in tempi brevi, magari semplicemente mostrando un’immagine come stimolo e rivedendo insieme a loro lo schema conclusivo dell’argomento.

  • Avviare al metodo di studio

Insegnare a sottolineare le parti più importanti di un testo, anche con annotazioni al lato per consentire un più facile orientamento nei contenuti e una migliore organizzazione organizzazione del lavoro.

  • Individuare le strategie di studio possedute dagli alunni

Proporre a ciascuno un argomento da studiare in silenzio (possono variare per lunghezza e per difficoltà nel contenuto in base alla conoscenza che il docente ha dei propri alunni); chiedere poi ai bambini di riferire quale “metodo” hanno usato per comprendere e ricordare (Hanno sottolineato? Hanno identificato le parole-chiave? Hanno Costruito schemi? Hanno provato a ripetere il contenuto dentro di loro? Ripete a un compagno?). Le indicazioni successive che fornirà l’insegnante dovranno tenere presente quanto è emerso in questa conversazione; in questo modo gli aiuti potranno essere “a misura” di bambino.

  • Individuare le strategie per l’elaborazione del testo scritto

Comprendere in quale modo l’alunno procede nell’elaborazione del testo scritto: egli può utilizzare procedure guidate (come, ad esempio, una scaletta, uno schema-guida,..), ma non essere sufficientemente autonomo; oppure può utilizzare procedure autonome che è importante emergano a livello di consapevolezza o, magari, può bloccarsi alla prima lettura del titolo, senza sapere come iniziare e senza usare nessuna facilitazione. Anche in questo caso l’insegnante potrà fornire indicazioni e suggerimenti in base al metodo già usato dall’alunno, per evitare di richiedere modalità di elaborazione troppo diverse e distanti.

  • Individuare le strategie per la comprensione e soluzione di situazioni problematiche.

Osservare e comprendere in quale modo l’alunno procede nella lettura del testo del problema (legge il testo per intero? Legge solo la domanda? Fa un cerchietto intorno ai dati significativi? È capace di trascrivere i dati in modo corretto? Come procede nell’individuazione dell’operazione? ...). In base a questo l’insegnante potrà dare le giuste indicazioni.

  • Osservare la modalità di svolgimento del compito assegnato per individuare l’aiuto necessario

In ogni momento della vita scolastica l’insegnante ha la possibilità di individuare il livello di autonomia, la necessità di azioni di supporto o il bisogno di una guida costante. L’osservazione consente successivamente di individuare la compensazione più adeguata alle difficoltà del soggetto (in che modo si può facilitare un’esecuzione più autonoma? Con quali strumenti? Con quali aiuti?).

  • Suggerire le strategie più idonee all’alunno per ricordare i contenuti.

I nostri alunni sono tutti diversi; chi ricorda meglio le parole, chi le immagini, chi necessita di supporti, di sottolineature colorate, di riquadri, di associazioni logiche; se riusciamo a capire qual è lo “stile” di apprendimento più funzionale siamo in grado di facilitare la conquista delle competenze.

  • Organizzare l’ambiente

Anche l’ambiente dell’aula scolastica può essere utilizzato per inserire elementi facilitanti. Si possono creare delle “pareti parlanti”, con la presenza di scritte chiare e in stampato maiuscolo e con la presenza di riferimenti espliciti e chiari (grafemi complessi, tabelline difficili, formule, regole grammaticali, linea dei numeri, ecc). le pareti parlanti possono essere “attrezzate” con riferimenti visivi per le diverse discipline, mediante grafici, mappe, schemi.

È inoltre importante avere in aula un orologio grande e dal quadrante leggibile e un calendario di facile lettura. Perché le pareti parlanti per tutti? Perché chi non ha bisogno non consulta il cartellone, perché chi è insicuro può rassicurarsi ed essere orgoglioso quando si accorge di non averne necessità, perché chi ha davvero difficoltà può permettersi di stare al passo con i compagni. Le pareti parlanti non sono statiche, anzi, sono dinamiche, variano in base ai bisogni degli alunni; si aggiungono le cose nuove, si tolgono quelle ormai acquisite con sicurezza, si lasciano ancora per un po’ quelle in cui ancora si osservano incertezze.

  • Graduare le difficoltà delle proposte a casa e a scuola

La gradualità è utile per tutti, consente acquisizioni sicure, permette, di volta in volta, di porre le basi per ciò che verrà dopo.

  • Scrivere in modo chiaro alla lavagna

La lavagna, di qualsiasi colore essa sia, è ancora necessaria, anche se la tecnologia offre altri validi strumenti. L’insegnante che, quando spiega, lascia traccia del contenuto alla lavagna, dà la possibilità ai propri alunni di migliorare l’attenzione focalizzata e mantenuta. È sufficiente un’immagine, anche stilizzata, bastano le parole chiave, magari scritte con colori diversi, per risvegliare la curiosità, per innalzare la motivazione.

  • Parlare rivolti verso gli alunni

Sappiamo bene che questo è banale, che tutti lo facciamo, ma ricordarlo non guasta. I bambini hanno bisogno di sentirsi importanti per gli adulti e il contatto oculare lo consente. Lo sguardo verso i bambini durante una spiegazione, nel corso di una verifica come incoraggiamento, durante una qualsiasi attività per individuare prima possibile le difficoltà, per prevenire comportamenti inadeguati: tutto questo ha un grande valore.

  • Condividere gli obiettivi da raggiungere.

I bambini hanno bisogno di sentirsi protagonisti del proprio apprendimento, per cui, in modo diverso a seconda dell’età, è importante che l’insegnante comunichi gli obiettivi da raggiungere in un determinato periodo, stimolando la loro curiosità, proponendoli come occasioni di crescita e di acquisizione di nuove capacità.

  • Gratificare i progressi

Individuare forme adeguate di gratificazione (ogni alunno ha, in proposito, una propria sensibilità), premiando l’impegno, il miglioramento e l’aderenza agli obiettivi condivisi.

E ancora:

  • Incoraggiare l’apprendimento collaborativo, favorendo le attività in piccoli gruppi.
  • Predisporre momenti di tutoraggio.
  • Sostenere e promuovere un approccio strategico nello studio, utilizzando mediatori didattici che facilitano l’apprendimento (immagini, schemi, video predisposti).
  • Insegnare l’uso di dispositivi extratestuali per lo studio: titoli, sottotitoli, paragrafi, immagini di riferimento, ecc.
  • Sollecitare collegamenti tra le nuove informazioni e quelle già acquisite ogni volta che si inizia un nuovo argomento di studio.
  • Promuovere inferenze, integrazioni, collegamenti tra le conoscenze e le discipline.
  • Dividere gli obiettivi di un compito in “sotto obiettivi”
  • Offrire anticipatamente schemi grafici relativi all’argomento di studio, per orientare l’alunno nell’individuazione delle informazioni essenziali.
  • Privilegiare l’apprendimento esperienziale e laboratoriale, per favorire l’operatività e, allo stesso tempo, la verbalizzazione e la riflessione sul fare.
  • Sviluppare processi di autovalutazione e autocontrollo delle strategie di apprendimento degli alunni.


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