Disturbo di Apprendimento Non Verbale
Disturbo di apprendimento non verbale

Il Disturbo di Apprendimento Non Verbale

I bambini che presentano il Disturbo di Apprendimento Non Verbale (DANV) hanno difficoltà di tipo percettivo, nella coordinazione dinamica generale e oculo manuale, si mostrano impacciati.

Le caratteristiche più evidenti riguardano:

  • Organizzazione visuo-spaziale

i bambini mostrano incertezze nel gestire lo spazio a disposizione, nel posizionare gli oggetti seguendo precise indicazioni, nell’individuare i principali riferimenti spaziali: sopra-sotto; alto-basso; destra-sinistra; davanti-dietro, ecc.

 

  • Esecuzione di compiti cognitivi e sociali di tipo non verbale

I soggetti cioè non sono in grado di costruirsi mappe mentali né di elaborare correttamente i dati percettivi soprattutto se compresenti. La difficoltà marcata che interferisce sul piano sociale riguarda l’incapacità a interpretare la pragmatica della comunicazione; questi bambini non colgono la gestualità che accompagna le parole, non traducono le espressioni mimiche e ciò comporta una competenza parziale nella relazione con l’altro.

 

  • Buona memoria verbale semantica

La competenza verbale risalta in modo evidente; i bambini sono in grado di memorizzare con facilità i contenuti e “imparare a memoria” è la loro passione.

 

  • Lentezza nell’accogliere situazioni nuove

I bambini impiegano tempo per padroneggiare una situazione a causa delle lacune sopra descritte; per questo motivo tendono a manifestare una certa ripetitività nella gestione delle loro giornate. Fanno questo per non “perdersi”, per non disorientarsi. Per questo motivo qualsiasi cambiamento è vissuto con grande difficoltà; è come se, ogni volta che viene proposta una nuova esperienza, si sentissero di perdere ogni certezza. Per questo motivo essi amano le routine e si destabilizzano di fronte al cambiamento

 

  • Verbosità

Questa caratteristica si presenta spesso in modo molto evidente; i bambini parlano molto, intervengono senza rispettare il turno, come se volessero a tutti i costi dimostrare le loro capacità attraverso le parole. Del resto il disturbo invade tutto ciò che fa parte del dominio non verbale, per cui il dominio verbale è di loro competenza. Il loro eloquio però ha scarsa intenzionalità comunicazionale, la prosodia è carente, si tratta di parole che prevedono poco l’interazione con l’altro.

 

  • Deficit di giudizio sociale

I bambini con Disturbo Non Verbale manifestano difficoltà comprendere le regole di convivenza, non sono capaci, come abbiamo visto, di cogliere ciò che è implicito, per cui manca loro la possibilità di comunicare in modo completo e sembrano sempre inadeguati al contesto. Queste difficoltà, con il passare del tempo, creano disagio emotivo e possono aumentare, fino a raggiungere una tendenza alla chiusura e all’evitamento del contesto sociale, del quale hanno invece davvero bisogno, per poter potenziare le competenze relazionali e di comunicazione.

 

Discrepanza significativa tra Quoziente Intellettivo Verbale e Quoziente Visuo Percettivo

Dai test cognitivi e intellettivi emerge una significativa disarmonia tra i buoni risultati ottenuti nelle prove verbali e i risultati scadenti riferiti invece alle prove di Performance.

 

Le conseguenze in ambito scolastico

Si osservano evidenti difficoltà in matematica e discreti risultati nella lettura e nella scrittura ortografica.

I bambini con questo tipo di disturbo non si orientano sulla linea dei numeri, hanno chiare difficoltà nel comprendere il valore posizionale delle cifre, nell’eseguire gli algoritmi di calcolo, nello svolgere tutte quelle attività che richiedono un’organizzazione spazio-grafica sufficientemente acquisita, nella rappresentazione dei problemi. Anche l’aspetto grafico della scrittura è quindi notevolmente penalizzato. Il disegno, in particolare quello geometrico, risulta penalizzato. Le difficoltà visuo-spaziali possono creare un rallentamento nei primi anni di acquisizione della tecnica di lettura, ma, frequentemente, a partire dalla classe terza primaria, le prestazioni migliorano, rendendo sempre più visibile la difficoltà in ambito logico-matematico. Per ciò che riguarda la scrittura, oltre che per la componente grafica, possono manifestarsi incertezze nell’elaborazione del testo, a causa delle carenze nell’organizzazione sequenziale dei contenuti.

In geometria questi bambini hanno difficoltà nel riconoscere le figure, nell’individuarne le varie componenti (base, altezza, diagonale), le caratteristiche “fisiche” e le modalità di rappresentazione grafica, con l’impossibilità di memorizzare e applicare le formule ad essere relative (perimetro, area…).

Anche nel disegno libero si evidenziano caratteristiche conseguenti alle lacune presenti nell’organizzazione spazio-grafica; non c’è proporzione tra i vari elementi (il bambino più grande della casa, ad esempio), ed è evidente la difficoltà nella memorizzazione delle relazioni spaziali (ad esempio nelle attività di riproduzione).

La difficoltà a elaborare concetti topologici si osserva anche in geografia, dove sono richiesti la comprensione di simboli e schemi, la lettura di mappe e cartine.

In genere, nelle materie di studio questi bambini possono mostrare difficoltà in tutto ciò che richiede integrazione di testo e immagini, elaborazione di concetti spazio-grafici, relazioni tra elementi. 

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